Ogni anno, solo in Italia, vengono prodotte, in media, quarantacinque milioni di tonnellate di rifiuti inerti, ovvero gli scarti di materiali da costruzione o che derivano da demolizioni e scavi.
Nonostante si tratti di rifiuti poco inquinanti dal punto di vista ecologico risulta comunque necessario riciclarli e fare in modo che vengano smaltiti in maniera corretta secondo le norme in maniera tale da evitare di regalare una brutta immagine alla propria città o, in casi più gravi all’ambiente circostante.
Oggi esistono numerose tecnologie che consentono di riciclare questo tipo di materiali rendendoli nuovamente utilizzabili in ambito edilizio come inerti al posto, ad esempio, di ghiaia o terra.
Nonostante però tutti i mezzi a disposizione ed il vantaggio che ne deriva, in Italia solo il 10% dei rifiuti da edilizia viene riciclato e quasi totalmente dal Veneto contro il 90% di paesi come l’Olanda ed il Belgio, l’85% della Germania .
Direttiva Europea
Eppure risulta necessario muoversi in tal senso e migliorare le proprie ‘’prestazioni’’ perché la direttiva europea 2008/98/C impone che il livello di riciclo di rifiuti da edilizia salga a circa il 70% entro il 2020, in modo tale da migliorare il lavoro in campo edile.
L’Italia ha la possibilità di aprire una pagina bianca nel settore delle costruzioni riducendo il prelievo di materiali e l’impatto delle cave che non fanno che modificare negativamente il volto dei paesaggi che caratterizzano il nostro paese e che lo rendono famoso in tutto il mondo.
Oggi, finalmente, è possibile dare risposta a questi problemi e lo dimostrano i tanti paesi che hanno ormai compreso l’importanza del riutilizzo di materiali inerti, di rifiuti provenienti dalle demolizioni o dalle costruzioni oltre che la tutela del paesaggio.
Solo in Italia vi sono circa 2.500 cave da inerti e altre 15.000 di ghiaia e sabbia sono abbandonate pertanto è necessario cambiare la situazione aprendo un filone di green economy, creando nuovi posti di lavoro.
Cosa cambierebbe se si seguisse la direttiva
Arrivando al 70% del riciclo si genererebbero oltre 23 milioni di tonnellate di materiali che permetterebbero di chiudere almeno 100 cave in un solo anno.
Abbiamo dunque la possibilità di far crescere il nostro paese anche attraverso questo punto di vista facendo in modo che siano le stesse imprese a gestire il processo di demolizione selettiva degli inerti provenienti dalla propria attività lavorativa in modo da renderli una risorsa e non un mezzo per rovinare l’ambiente circostante, contribuisci anche tu dunque e clicca qui.